Lo spettacolo scritto, diretto ed interpretato da Massimiliano Bruno, è una sorta di antologia di racconti regionali, che evidenziano storie, stati d’animo, di personaggi destinati a dipanarsi in una narrazione breve. Esiste tutta una produzione letteraria di novelle e short stories ingiustamente meno considerata di quella dei romanzi, citiamo Isaac Asimov, Ray Bradbury o Roald Dahl, ma anche Jack London o Ambrose Bierce, o più accademicamente quotati quali Raymond Carver o Luigi Pirandello.
Lo stesso accade nel teatro; Massimiliano Bruno, in particolare, non è nuovo a questo genere di operazioni. Un testo, ironico e graffiante , che riesce a far ridere ma anche a riflettere, evidenziando aspetti, emozioni e contraddizioni della nostra terra.
Il filo conduttore sono dei personaggi di tutte le regioni d’Italia con mille sfumature a volte così diverse ma che alla fine nella loro diversità racchiudono un’unicità con i loro dialetti, il loro modo di essere, i luoghi comuni, il calcare certe peculiarità regionali, immaginando perfino un’Italia ribaltata dove il Sud diventa il Nord e viceversa. Un spettacolo dove la parola è strappata, esaltata, masticata, inghiottita da questi personaggi perdenti che si muovono sul filo del ricordo accompagnati da una colonna sonora che ne scandisce gli stati d’animo. Un excursus teatrale dove ci si diverte e si riflette sulla cattiveria umana. Un intrigo disperato e sarcastico proposto con lo stomaco e il cuore
